Il turismo 4.0 parte da Grottole
Il turismo 4.0 parte da Grottole: dopo l’Italian Sabbatical di Airbnb, lo smart working spinge i “residenti temporanei”
Grottole
C’è chi lo chiama turismo 4.0; altri preferiscono parlare di “turismo lento”. Per Andrea Paoletti, presidente e fondatore di Wonder Grottole, i turisti sono “residenti temporanei”. Un modello lanciato in Basilicata a una manciata di chilometri da Matera con lo scopo di “mettere a sistema il recupero del territorio, favorire una rigenerazione urbana e creare un nuovo mercato turistico. Non vogliamo – spiega Paoletti – che il turista viva in maniera passiva il territorio e neppure che viva delle semplici esperienze offerte dai locali bensì che diventi lui stesso protagonista perché così si scambiano competenze e valori con il territorio e le sue persone”. Il turista diventa così un “residente temporaneo” migliorando la qualità della vita e favorendo la nascita di nuove economie.
Un anno fa il progetto fu sposato da Airbnb: con il programma Italian Sabbatical fu offerta a cinque volontari provenienti da tutto il mondo la possibilità di vivere per tre mesi a Grottole con l’obiettivo di dare nuova vita al villaggio immergendosi nella vita della comunità locale.
La piattaforma di affitti temporanei fu letteralmente sommersa dalle candidature: ne arrivarono oltre 280mila in un mese. E la storia del piccolo comune lucano fece il giro il del mondo.
Silvio Donadio, a sinistra, con Andrea Paoletti, presidente di Wonder Grottole
Archiviato il progetto di Airbnb, oggi Grottole si ripropone ai visitatori nella sua autenticità: il cielo azzurro e i ritmi lenti di una comunità aperta a chiunque voglia dimenticare lo stress e la noia del lockdown. “D’altra parte – prosegue Paoletti – la pandemia ha cambiato il modo d’intendere il turismo. E se da un lato ha frenato i nostri progetti, dall’alta ha mostrato quanti i borghi siano importanti e quanto possano diventare centrali nelle nostre vite”.
Uno scorcio di Grottole, sulla collina il castello del paese
Anche perché, secondo un rapporto del 2016 di Legambiente, ci sono circa 2.500 borghi rurali italiani spopolati, alcuni semi-abbandonati e altre città fantasma: sono paesi collinari o montani che rappresentano l’essenza della storia italiana e la tradizione artigianale del paese. Proprio come Grottole che conta 2mila abitanti scarsi, ma appena 300 nel centro storico dove le case abbandonate sono oltre 600.
“Wonder Grottole è diventato un punto di riferimento per molti altri comuni, ma per lo stesso Mibact così come per diversi enti. In Trentino, a Luserna, è stato lanciato un progetto di co-living. A dimostrazione di quanti il turismo attivo possa coinvolgere la cittadinanza”. E in effetti vicino a Folgaria, il comune di Luserna metterà a disposizione gratuitamente alcune abitazioni, in cambio di atti di volontariato utili a garantire il benessere collettivo per un periodo complessivo di quattro anni.
Un’immagine del borgo di Grottole, in Basilicata, dove spicca, in alto a sinistra, la chiesa Diruta
“E’ evidente che Airbnb ha dato una spinta molte forte al progetto – aggiunge il fondatore di Wonder Grottole -: i comuni hanno iniziato ad attivarsi un po’ ovunque. Ma tutto succede grazie alla collettività. E sono convinto che la spinta verso lo smart working sarà un’ulteriore accelerazione della rinascita dei borghi: noi vogliamo posizionarci come punto di riferimento per tutti i nomadi digitali. I piccoli comuni offrono quella dimensione perfetta che permette di coltivare le relazioni, la sicurezza. Il tempo, in un borgo, ha un valore molto più alto”. L’obiettivo finale è sempre lo stesso: ripopolare pezzi d’Italia troppo a lungo dimenticato attirando le competenze che mancano offrendo una qualità della vita più lenta, ma più ricca.
FONTE: BUSINESS INSIDER