Chi vuole venire a vivere a Grottole?
«Chi vuole venire a vivere a Grottole?» Si offrono in 280.000 da tutto il mondo
Il piccolo paese della Basilicata, 300 abitanti, ha lanciato in collaborazione con Airb&b un progetto contro lo spopolamento basato su stili di vita slow. la risposta è stata oltre ogni attesa
di Claudio Del Frate (Fonte: CORRIERE DELLA SERA)
L’offerta diceva: «Chi vuole venire a Grottole per cinque mesi lavorando come agricoltore, muratore, giardiniere ed aiutarci a far conoscere il nostro borgo nel mondo?». Si sono fatti avanti in 280.000; una popolazione maggiore rispetto a città come Verona o Messina che aspira a trasferirsi in un borgo della Basilicata dove attualmente vivono 300 persone. Tutti rapiti da una prospettiva di vita «slow» e più legata ai ritmi della natura. Da quella marea di gente sono state selezionate appena 5 persone provenienti da tutti gli angoli del mondo che da tre giorni si sono trasferiti nel paese lucano per dare l’avvio concretamente al progetto di rinascita di Grottole.
Da Biella alla Lucania (solo andata)
L’idea è venuta a una piccola onlus di paese, «Wonder Grottole», che ha trovato la sponda giusta in un colosso planetario come Airb&b: il locale e il globale, insomma che vanno a braccetto. Di più: uno degli animatori del progetto, Andrea Paoletti, è un architetto di 39 anni che si è innamorato di questi luoghi quasi per caso; veniva da Biella, era a Matera per progettare la ristrutturazione di alcuni ambienti della città dei sassi e non si è più mosso dalla Lucania. Il punto di partenza è chiaro: Grottole, 30 chilometri di strada da Matera, ha 300 residenti e altre 600 case vuote. Come migliaia di piccoli comuni italiani da anni è preda di un rapido spopolamento che rischia di decretarne la morte. Legambiente ha censito in Italia già 2.500 paesi ormai «fantasma». Molti hanno provato a sottrarsi a questo destino vendendo le case a un euro, oppure offrendo bonus di vario tipo.
Un modello per tutti
A Grottole l’hanno presa per un altro verso. «Il turismo esperienziale – racconta Andrea Paoletti – è un’ottima cosa ma non basta alla rinascita di un paese che sta perdendo abitanti. Servono attività economiche in grado di sostenersi, servono persone disponibili a praticarle, serve un modello che sia applicabile non solo qui». «Wonder Grottole» è partita da quello che già c’è sul territorio: l’agricoltura, gli uliveti, gli orti, un centro storico suggestivo. Tutti tesori a cui ridare vita. Mancava , come si suol dire, il «capitale umano».
L’aiuto di Airb&b
«La domanda di partenza – racconta Paoletti – era come attirare qui persone che non si fermassero solo per una breve vacanza. Abbiamo così deciso di lanciare un bando cercando chi fosse disponibile a venire qui per qualche mese lavorando per il paese e che poi si trasformasse in ambasciatore del nostro modello in tutto il mondo. Abbiamo bussato alla porta di Airb&b che stava lanciando un’iniziativa legata ai borghi italiani». La risposta da parte della piattaforma turistica è stata positiva e ha beneficiato anche del «vento» portato dal ruolo di Matera capitale della cultura . Tutto ci si poteva aspettare, tranne che all’offerta rispondessero 280.000 persone tra gennaio e maggio. «Un numero sbalorditivo anche per noi» ammette l’architetto.
I cinque selezionati
La selezione ha premiato cinque persone per alcuni loro specifici profili professionali e personali. Anna Tachado viene dalle Filippine è agronoma ma anche fotografa; a lei spetterà documentare e raccontare al mondo l’estate trascorsa a Grottole . Helena Warren, canadese, ha competenze in fattoi di turismo e accoglienza; Remo Sciubba, gallese di origini abruzzesi avrà tra gli altri, il compito di insegnare l’inglese agli abitanti locali. del gruppo fa parte anche Pablo, ingegnere di Buenos Aires. Infine c’è Darrell Pistone, pompiere di New York che ha la storia più singolare: il suo bisnonno era di Grottole. Tutti in questi mesi impareranno l’agricoltura e l’apicoltura biologica, la cucina locale, restaureranno case e mezzi (anche un vecchio automezzo che servirà a collegare il paese a Matera. L’obiettivo è ridare vita ad attività economiche che consentano ai nuovi abitanti e al paese di sostenersi.
Cosa ci dicono quei 280.000?
Che funzioni o meno questa idea, resta un interrogativo di fondo: che cosa ci dicono quelle 280.000 persone che si sono dette disponibili a trasferirsi qui da ogni continente? «Prima di tutto che un sacco di gente ha voglia di cambiare stile di vita – risponde ancora Andrea Paoletti – più legata al benessere, alle relazioni umane, alle cose semplici; e questo è un mercato tutto da esplorare e che tutti i paesi devono comprendere. L’altro elemento è che l’Italia e il Sud in particolare restano un richiamo forte. Basti pensare che delle richieste inviateci, 65.000 arrivano dagli Stati Uniti e 40.000 dall’Argentina, due paesi con una forte presenza di immigrati italiani».